mercoledì 26 gennaio 2011

LAB.L&S mette in scena “Happy Funeral”




Sono soddisfatto e commosso, non pensavo che a Palagiano ci fossero queste qualità e queste professionalità”, “Rappresentazione ben riuscita, con un ritmo veloce, che ha compensato la lunghezza stessa dell’atto unico”, “Mettersi in gioco è sempre una cosa positiva, sono stati tutti bravissimi, brava anche l’Amministrazione che sponsorizza e finanzia questa bellissima esperienza teatrale”: questi alcuni dei commenti registrati dopo il saggio di fine corso del primo laboratorio di espressione teatrale, organizzato dall’Associazione socio - culturale Luce & Sale.


Happy Funeral” il titolo della commedia rappresentata, liberamente tratta da “Il povero Piero” di Achille Campanile, per la regia di Michele Cipriani e Arianna Gambaccini. Come ha spiegato Domiziano Lasigna, “l’Associazione socio - culturale Luce & Sale, della quale egli è una delle colonne portanti, ha voluto inserire nella sua produzione e organizzazione un nuovo marchio, LAB.L&S, per cui non si organizzano più solo spettacoli estivi, ma anche dei laboratori teatrali. Lo spettacolo ha segnato la fine del primo lavoro, iniziato a febbraio 2010, e terminato a dicembre dello stesso anno”. Commentando poi l’esito dello spettacolo, ha voluto evidenziare come “portare Achille Campanile in scena non è facile, loro sono riusciti ad interpretare magnificamente le parti, ad arrivare immediatamente al pubblico, e mi è piaciuta molto anche la risposta del pubblico, un pubblico attento, che ha seguito i passaggi della commedia. E’ stata una serata entusiasmante, i ragazzi si sono espressi al massimo, e c’è stato un risultato ottimo perché hanno lavorato bene”. Ha infine ringraziato l’Amministrazione comunale, che ha condiviso questa iniziativa. Fra gli attori, il Dirigente Scolastico Preneste Anzolin, che ha messo a disposizione l’auditorium della Scuola Elementare G. Rodari. “Diceva mio padre, è stato il suo pensiero, che le persone devono imparare a fare e cimentarsi con tutto. Ho vissuto una bella esperienza, lavorare con questi ragazzi e ragazze è stato davvero entusiasmante. Queste iniziative servono a recuperare quello spirito di socialità, lo stare insieme, in una società improntata all’egoismo e alla solitudine, all’esclusione ed alla discriminazione. Per il mio ruolo professionale, è di assoluta gratificazione, ed è stata la prima volta che qualcuno mi abbia messo in mutande!”. Il riferimento è ad uno dei passaggi chiave della commedia, che gira intorno alla morte del povero Piero, il cui ultimo desiderio è rappresentato dal dare notizia del suo decesso ad esequie avvenute. Il povero Piero però, all’improvviso ritorna in vita, reclamando tutte le cose a lui appartenute, di cui si è fatto man bassa: orologio, scarpe e vestiti, con i pantaloni indossati dal suocero, la cui restituzione ha indotto Anzolin a rimanere in mutande sulla scena. Anche se Campanile abbia più volte respinto l’identificazione delle sue opere con il teatro dell’assurdo, non sfugge che in molti dei suoi lavori tale struttura sia presente, anche se non dominante: la commedia rappresentata ne è un esempio, dove la morte di Piero è solo un pretesto per mettere alla berlina tutti i luoghi comuni che accompagnano un funerale, ma possiamo citare anche “Se la luna mi porta fortuna”, e le “Tragedie in due battute”. Fra queste ultime, se ricordo bene, anche una riguardante Piero, che alla morte che bussa alla sua porta, risponde: “Passa più tardi, perché adesso sto poco bene”.

 Giuseppe Favale

(fonte: www.palagianonline.it)

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