“Staser’…è teatro” è la prima rassegna teatrale vernacolare prodotta a Palagiano. L’idea nasce dal bisogno di raccontare la bellezza delle nostre tradizioni attraverso il linguaggio che più parla delle nostre tradizioni: il dialetto. Luce&Sale ha voluto proporre un mini-cartellone estivo che raccogliesse allestimenti teatrali esilaranti, commedie comiche, perché crediamo che la “risata” aiuti a pensare ed anche perché il dialetto genera comicità.
Qualcuno obietta l’idea che il dialetto possa essere cultura o che con il dialetto si possa fare cultura. Noi crediamo, da sempre, che il dialetto sia crocevia di tradizioni e di linguaggi, per lo più superati dal tempo e dalle mode, e come tale non può che essere considerato l’animo della nostra cultura. Quello che siamo nasce dal nostro linguaggio e dalle nostre tradizioni, per cui svilire il dialetto sarebbe come ammutolire le nostre radici, come rinnegare il passato, questa si che sarebbe sottocultura.
Quest’anno per la prima volta sul palcoscenico delle opre Don Giovanni Pulignano si alterneranno compagnie di paesi diversi, con linguaggi e dialetti differenti ma accomunati dall’esigenza appassionante di raccontare i propri vissuti attraverso l’arte della recitazione.
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Anche quest’anno siamo lieti di proporre al nostro amato pubblico un evento organizzato da Luce&Sale. I nostri sforzi, da anni, sono ripagati dal vostro entusiasmo, e noi cerchiamo sempre di vivere i nostri appuntamenti con il massimo dell’impegno credendo in quel rapporto speciale che si crea tra noi “attori per passione” e voi pubblico straordinario. Quello che si instaura è un rapporto di “sana dipendenza”, non avrebbe senso altrimenti lavorare per il pubblico qualora il pubblico non esistesse. Per questo vi invitiamo numerosi a partecipare alla prima rassegna teatrale dialettale organizzata a Palagiano da Luce&Sale e vi ringraziamo per la immensa fiducia offertaci, essa rafforza i nostri principi e ci sprona a migliorarci.
Grazie
Anna Maria Marchitelli - Presidente Luce&Sale
Mercoledì 13 Agosto
La Compagnia Teatrale Sacro Cuore - MOTTOLA
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I GUAI NON FINISCONO MAI
Diamo inizio alla prima rassegna teatrale vernacolare: Staser’ è teatro. Una nuova idea, un nuovo progetto, una nuova realtà Luce&Sale: raccogliere in un mini cartellone teatrale diverse compagnie, diverse produzioni artistiche, tutte accomunate dalla passione per il dialetto che diventa codice espressivo, un linguaggio vero e proprio.
Apre la rassegna la compagnia del Sacro Cuore di Mottola con “i guai non finiscono mai” commedia esilarante dagli infiniti spunti comici. L’intreccio di equivoci, la superstizione, i particolari legami familiari, diventano i temi di base da cui si sviluppano i meravigliosi dialoghi comici.
Una commedia in mottolese ad aprire l’evento, perché? Innanzitutto perché la compagnia del Sacro Cuore di Mottola è la compagnia teatrale che per prima ha riprodotto una commedia scritta dai nostri autori Lasigna e Mellone dinanzi ad un pubblico diverso da quello palagianese. Serate indimenticabili quelle dell’estate 2003 quando Mottola rideva grazie ad una nostra commedia e grazie alla bravura di questi attori per passione che interpretano magnificamente il sentire popolare. Poi perché il dialetto mottolese è sempre stato un dialetto particolare, ricco di cadenze e di accenti gravi che lo distinguono molto dal dialetto palagianese. I ritmi sono diversi, la musicalità è completamente differente nonostante ci dividano solo pochi chilometri.
Gli amici mottolesi stasera sono di fronte al nostro pubblico che saprà apprezzare l’opera messa in scena e saprà ripagare gli attori della loro bravura. Perciò Risate ed Applausi.
Lunedì 18 e Martedì 19 Agosto
La Compagnia del Teatro Palagianese
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LU SIN'C D' STU PAIS (5 anni dopo)
Dopo sette anni dalla “prima” torna l’indimenticabile commedia “lu Sin’c d’ stu pais” (il sindaco di questo paese). La commedia che ha sancito la conferma della Compagnia del Teatro Palagianese nel nostro paese. La Compagnia del Teatro Palagianese è parte integrante della ormai “storica” Associazione socio culturale Luce&Sale da circa un decennio attiva sul territorio con iniziative di vario genere tutte ispirate ai principi fondanti della stessa. Il teatro vernacolare è l’attività cardine dei nostri programmi. Esso ci permette di visitare i meandri delle nostre tradizioni, di dar voce alle memorie del passato, di raccontare il nostro quotidiano, utilizzando il linguaggio più antico: il dialetto.
Con questo spettacolo si rivivono le vicende della Famiglia di Fortunato e di Donna Concetta. Fortunato, stimato mercante di stoffe, diventa sindaco del suo piccolo paese, trovandosi alle prese con le vicende più oscure e più “equivoche” frutto del compromesso politico. Vicende che Fortunato si trova a condividere con il suo fidato segretario Cenzino “u’ paralume”, come viene soprannominato. Ma sarà Cenzino il paralume a tenere le fila della storia. Un concorso a funzionario pubblico diventa la ragione degli incontri “segreti” nella casa del sindaco. Il palcoscenico si popola di personaggi caratteristici ed enigmatici, si colora della “estemporaneità” di Chechele, personaggio che porta con sé il gradimento del pubblico grazie all’esilarante racconto della sua ingenuità. Si colora della purezza di Lucia figlia amata dal padre padrone e dal suo Arturo, giovane dal “cervello fino e dalla tasca vuota”.
L’opera, scritta nel lontano 2001, dai nostri autori Michele e Domiziano, si presenta al pubblico rivisitata e aggiornata. È chiaro che non si vuole raccontare la realtà, il teatro non è cronaca, è finzione. Ma come si dice, spesso la realtà supera la fantasia quindi “un occhio dalla finestra si getta sempre…”.
Siamo pronti a ridere delle nostre “sventure”, delle nostre contraddizioni. Siamo pronti a ridere di noi stessi. La grandezza di un popolo si cela nella consapevolezza dei propri limiti, forse da qui si deve partire per assaporare il gusto della satira.
Sabato 30 Agosto
La Compagnia Diaspora Petilina - CALABRIA
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U' ZARAFFA S'è AMMUGGHJATU E MUTANNE
L'alluvione palagianese raccontata in calabrese
"E' sempre la solita litanija…”quella della famiglia Cassone, che insieme alla famiglia Fischietto sono le protagoniste de "U Zaraffa s'è ammugghjato e mutenne", ovvero l’usuraio si è bagnato le mutande.
La storia, scritta dagli amici palagianesi Domiziano Lasigna e Michele Mellone, narra di due famiglie rivali che abitano un piccolissimo paese di provincia: una vive nella povertà e va avanti grazie alla pensione di invalidità (falsa) del nonno, il lavoro del Signor Cassone serve per pagare le cambiali allo "Zaraffa" (usuraio del paese); mentre l'altra, del commedator Fischietto, arricchitasi con l’inganno. Fin quando…” inizia con queste parole la presentazione che accompagna gli spettacoli della Compagnia teatrale dell’Associazione Diaspora Petilina, di Petilia Policastro (Crotone) con sede a Roma. Artisti che da circa un anno propongono in giro per l’Italia il racconto dell’alluvione palagianese in dialetto calabrese. La compagnia della Diaspora Petilina ci onora di portare nei teatri italiani il vissuto della nostra Palagiano, raccontando, con la musicalità del vernacolo calabro, le emozioni e le tradizione della nostra gente che sul palcoscenico diventa gente del mondo, gente senza appartenenze. Il teatro produce questa meraviglia: sveste gli attori delle proprie appartenenze e racconta personaggi che sono del mondo.
La storia, scritta dagli amici palagianesi Domiziano Lasigna e Michele Mellone, narra di due famiglie rivali che abitano un piccolissimo paese di provincia: una vive nella povertà e va avanti grazie alla pensione di invalidità (falsa) del nonno, il lavoro del Signor Cassone serve per pagare le cambiali allo "Zaraffa" (usuraio del paese); mentre l'altra, del commedator Fischietto, arricchitasi con l’inganno. Fin quando…” inizia con queste parole la presentazione che accompagna gli spettacoli della Compagnia teatrale dell’Associazione Diaspora Petilina, di Petilia Policastro (Crotone) con sede a Roma. Artisti che da circa un anno propongono in giro per l’Italia il racconto dell’alluvione palagianese in dialetto calabrese. La compagnia della Diaspora Petilina ci onora di portare nei teatri italiani il vissuto della nostra Palagiano, raccontando, con la musicalità del vernacolo calabro, le emozioni e le tradizione della nostra gente che sul palcoscenico diventa gente del mondo, gente senza appartenenze. Il teatro produce questa meraviglia: sveste gli attori delle proprie appartenenze e racconta personaggi che sono del mondo.
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(Tratto da Palagiano.net di Donato Piccoli) Roma, 27 ottobre 2007, nella gremita sala “Edoardo De Filippo”, ho avuto l’onore ed il piacere di assistere alla rappresentazione, in lingua calabrese [...]. Parlo di onore perché l’essere li, il sapere che quella che andava in scena era un’opera frutto dell’inventiva di compaesani, di persone che conosco, dava una sensazione davvero piacevole; il mio Paese, finalmente, conosciuto fuori dai confini della provincia di Taranto […] tali riflessioni mi sono state suggerite dal modo in cui il pubblico, giudice inappellabile di ogni opera d’arte, ha accolto la rappresentazione in questione. [...] Un silenzio religioso ha avvolto la sala e la magia si è compiuta sotto forma di brividi che ti attraversavano e di occhi lucidi tra gli spettatori. […] Una serata intensa, dunque, che difficilmente potrà essere dimenticata da quanti hanno avuto la fortuna di assistere ad un qualcosa di veramente Bello. […] La Bellezza non ha tempo né confini.
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