Come consuetudine da trentadue anni, la prima domenica di febbraio si rinnova l'appuntamento con la Giornata per la Vita e l'associazione “LUCE&SALE” ancora una volta vuol dare il suo umile e discreto contributo alla riflessione sui temi riguardanti il valore e la dignità della vita umana.
“La forza della vita sfida la povertà” è il tema proposto quest'anno: sì, è proprio una bella sfida! Soprattutto in questo periodo in cui l'indigenza economica e la diminuzione del livello di benessere ha aggredito ampie fasce della nostra opulenta società. Non è una novità che la povertà sia spesso acerrima nemica della Vita: le ristrettezze economiche sono, ad esempio, indicate come una delle cause principali che induce una mamma a ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza (nel 2008 si è arrivati ad un incidenza del 44% tra le donne che si sono rivolte ai Centri di Aiuto alla Vita sparsi lungo tutto lo stivale). Ed è ancora la mancanza di risorse economiche e di adeguato sostegno da parte delle istituzioni che ha portato, proprio in questi giorni, i familiari di Salvatore Crisafulli, l’operaio siciliano risvegliatosi dal coma, dopo un gravissimo incidente stradale nel settembre del 2003 e oggi ancora in stato vegetativo, a minacciare il ricorso all'eutanasia. Proprio loro, che avevano scongiurato Peppino Englaro a tenere in vita sua figlia Eluana!
Tuttavia persino la crisi economica che stiamo sperimentando in questo periodo può diventare un'occasione di crescita e di vittoria per la vita: ci può far capire che non è la ricchezza o l'agiatezza economica a costituire la dignità della vita, ma è la vita stessa, il diritto inviolabile di ogni individuo ad “esistere”, ad “essere”, la prima radicale ricchezza, il bene più grande. Che futuro potrà mai avere una società in cui questo bene venga in qualche modo negato o alienato? La povertà è privazione del necessario. Cos'è più necessario della vita? Niente! Madre Teresa diceva che il bambino non nato, minacciato di essere abortito, è il più povero tra i poveri. L'uomo comincia la sua esistenza, la sua storia nella nudità più assoluta. Non possiede nulla se non la sua dignità di essere umano e il suo diritto ad esserlo. E' il totalmente dipendente. La sua unica possibilità è l'accoglienza e l'amore della mamma.
E' vero: quando bisogna confrontarsi con i problemi e le indigenze che la quotidianità inevitabilmente ci presenta, questo nostro insistere nel proclamare la dignità piena della vita anche appena concepita può apparire astratto e forse fuori luogo. “Altri sono i problemi concreti della gente! - ci vien detto da più parti - Prima pensiamo a dare alle persone una casa, un lavoro, sicurezza e poi sicuramente la vita, anche quella appena concepita, sarà più rispettata”. Certo! Chi può essere tanto miope da negare l'esistenza di queste urgentissime problematiche che investono e condizionano la vita nella nostra società? Ma è vero anche che per risolvere problematiche generali così importanti e sentite dalla gente, è necessario una mobilitazione dell'intera società, un suo generale rinnovamento civile e morale che non può prescindere dal garantire a ciascuno il bene primario della Vita. Ancora Madre Teresa: “Se accettiamo che una madre possa sopprimere il proprio figlio, che cosa ci resta? Se non diciamo nulla, se non facciamo nulla per aiutare i più piccoli e i più deboli, come faremo ad avere l'energia e la forza necessaria per cambiare il mondo?”
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